Il Contratto di convivenza: Guida completa

Il Contratto di convivenza: Guida completa

Aggiornato al 20.04.2025

Due persone firmano un contratto di convivenza con l'assistenza di un avvocato, rappresentando il processo legale di formalizzazione di una relazione di coppia senza matrimonio

Introdotto con la Legge Cirinnà nel 2016, il contratto (o accordo) di convivenza è uno strumento pensato per tutelare le coppie che decidono di costruire una vita insieme, senza però sposarsi o unirsi civilmente. Negli ultimi tempi, sempre più clienti mi chiedono informazioni su questo tipo di contratto, spesso attratti dalla sua rilevanza nel diritto dell’immigrazione. Ma la sua utilità va ben oltre.

Per questo motivo ho deciso di scrivere una guida semplice e diretta, pensata per i miei clienti e non solo, per chiarire che cos’è il contratto di convivenza, quali sono gli aspetti principali da conoscere prima di firmarlo, e in cosa si differenzia rispetto a un istituto più impegnativo come il matrimonio.

INDICE

Infografica sul contratto di convivenza: chi può stipularlo, come si fa, quali diritti garantisce e come si scioglie

Cos’è esattamente il contratto di convivenza?

Il contratto di convivenza è, a tutti gli effetti, un vero e proprio contratto. Volendo dare una definizione, si tratta quindi di un accordo volontario tra due persone che vivono insieme stabilmente e sono legate da un legame affettivo.

Attraverso questo contratto, la coppia può regolare alcuni aspetti della vita comune in modo chiaro e consapevole, soprattutto sotto il profilo patrimoniale.

Chi può stipulare un contratto di convivenza ?

Dopo aver visto cos’è, vediamo ora chi può effettivamente sottoscrivere un contratto di convivenza. La legge prevede alcuni requisiti specifici, tutti improntati al buon senso.

In particolare, possono stipularlo due persone che:

  • abbiano compiuto 18 anni;
  • non siano parenti, né affini e non siano legate da rapporti di adozione;
  • non siano già sposate o unite civilmente, né tra loro né con terzi.

Non è richiesto che i conviventi siano di sesso diverso: il contratto può essere stipulato anche da coppie dello stesso sesso, a conferma della sua funzione inclusiva e moderna.

Come si redige un contratto di convivenza valido?

Data la sua rilevanza pratica, la Legge Cirinnà stabilisce che il contratto di convivenza deve essere redatto in forma scritta. In mancanza di questa forma, l’accordo è considerato nullo.

La coppia può scegliere tra due modalità di stipula:

  • con atto pubblico, redatto dal notaio;
  • con scrittura privata, con firme autenticate da un notaio o un avvocato;

Una volta firmato, il professionista incaricato ha l’obbligo di trasmettere il contratto all’ufficio anagrafe del Comune di residenza della coppia. Questo passaggio serve a ufficializzare la convivenza e a rendere l’accordo opponibile ai terzi, ossia riconosciuto anche all’esterno della relazione.

Cosa si può regolare con il contratto?

Il contratto di convivenza può contenere disposizioni riguardanti:

  • l’indicazione dell’indirizzo di residenza della coppia;
  • le modalità di contribuzione alle necessità della vita comune in base alle sostanze di ciascuno e alla capacità di lavoro professionale o casalingo;
  • la scelta del regime patrimoniale della comunione dei beni ai sensi del codice civile.

Esempio pratico:
Filippo e Luna convivono da quattro anni in un appartamento in affitto. Filippo ha un’attività autonoma, mentre Luna lavora part-time e si occupa prevalentemente della casa. Per evitare fraintendimenti e tutelare entrambi, decidono di stipulare un contratto di convivenza. Nel contratto indicano qual è l’indirizzo della casa dove convivono e specificano che Filippo si farà carico del pagamento dell’affitto e si occuperà della gestione domestica, mentre Luna contribuirà alle spese quotidiane, infine scelgono il regime della comunione dei beni per gli acquisti futuri.

Il contratto può essere modificato in qualsiasi momento con le stesse formalità della prima stipula.

Come si scioglie il contratto di convivenza

Il contratto di convivenza cessa nei seguenti casi:

  • per accordo tra i conviventi, quando entrambi decidono di porre fine al contratto;
  • per decisione unilaterale, quando anche uno solo dei partner decide di recedere;
  • in caso di matrimonio o unione civile, sia tra i conviventi stessi sia tra uno di loro e un’altra persona;
  • in caso di decesso di uno dei due partner.

Nei primi due casi, lo scioglimento deve essere formalizzato tramite atto pubblico o scrittura privata autenticata da notaio o avvocato.

Per quanto detto, si evidenzia un’importante differenza rispetto al matrimonio: il contratto di convivenza può essere sciolto con maggiore rapidità e semplicità. Il matrimonio, invece, prevede un iter ben più articolato, che passa necessariamente dalla separazione legale prima e dal divorzio poi, con tempi più lunghi e conseguenze più strutturate.

Diritti dei conviventi a seguito del contratto di convivenza

Una volta firmato e trascritto presso l’anagrafe del Comune, il contratto di convivenza produce effetti concreti anche sul piano giuridico. I conviventi acquisiscono infatti una serie di diritti rilevanti, soprattutto in situazioni delicate come la malattia, la detenzione o la morte di uno dei due.

Tra i principali diritti riconosciuti dalla legge ricordiamo

  • la possibilità di visitare il partner detenuto in carcere;
  • diritto di visita, assistenza e informazione sanitaria in caso di ricovero ospedaliero del convivente;
  • facoltà di nominare il convivente come proprio rappresentante per decisioni sanitarie in caso di malattia che determini incapacità di intendere e di volere e per decisioni relative al periodo post-mortem, come la donazione di organi, le modalità di trattamento del proprio corpo e le modalità del funerale;
  • diritto di abitazione nella casa comune per un periodo compreso tra 2 e 5 anni in caso di morte del convivente proprietario (minimo 3 anni se ci sono figli minori o disabili);
  • successione nel contratto di affitto se il convivente intestatario muore.

Differenze tra contratto di convivenza e matrimonio

Il contratto di convivenza e il matrimonio differiscono profondamente per vari aspetti:

Aspetto Matrimonio Contratto di Convivenza
Forma Celebrazione davanti all’ufficiale di stato civile o a un ministro di culto Atto pubblico o scrittura privata autenticata
Obblighi reciproci Fedeltà, assistenza morale e materiale, coabitazione Non sono previsti obblighi giuridici reciproci
Regime patrimoniale Comunione dei beni, salvo diversa scelta dei coniugi Può essere previsto con l’accordo di convivenza
Successione Il coniuge è erede legittimo Il convivente può ereditare solo se nominato in testamento
Scioglimento Richiede separazione e poi divorzio Può cessare anche con la volontà di uno solo

Conclusioni

Il contratto di convivenza rappresenta una soluzione ideale per le coppie che desiderano ufficializzare la propria unione senza optare per matrimonio o unione civile. Oltre a trattare aspetti patrimoniali, può rappresentare anche un’opportunità per rinforzare il dialogo nella coppia, chiarendo aspettative e responsabilità reciproche.

Se state considerando questa possibilità, rivolgetevi a un avvocato o a un notaio che vi aiuterà a creare un contratto personalizzato e adatto alle vostre esigenze specifiche.

Domande & Risposte

Cos’è il contratto di convivenza?2025-04-22T09:04:58+01:00

Il contratto di convivenza è un accordo scritto, legalmente riconosciuto, che consente a due persone maggiorenni, unite da un legame affettivo e conviventi in modo stabile. Serve per organizzare alcuni aspetti pratici della vita quotidiana: si può indicare l’indirizzo della casa in cui si vive, decidere come dividere le spese comuni e scegliere se adottare la comunione dei beni. È uno strumento utile per tutelare entrambi, senza bisogno di sposarsi o unirsi civilmente.

Chi può stipulare un contratto di convivenza?2025-04-22T09:05:15+01:00

Possono firmare un contratto di convivenza due persone maggiorenni che vivono insieme stabilmente e sono legate da un legame affettivo. Per poterlo fare, è necessario che:

  • non siano sposate o unite civilmente, né tra loro né con altre persone,
  • non siano parenti e non siano legate da rapporti di adozione.

Non fa differenza se si tratta di una coppia eterosessuale o dello stesso sesso: ciò che conta è la convivenza stabile.

È possibile modificare un contratto di convivenza esistente?2025-04-22T09:05:30+01:00

Sì, il contratto di convivenza può essere modificato in qualsiasi momento. Basta che entrambe le persone siano d’accordo e che la modifica venga fatta con le stesse regole previste per la prima firma: atto pubblico o scrittura privata con firme autenticate da un avvocato o notaio.

Cosa spetta al convivente in caso di morte del proprio partner?2025-04-22T09:05:42+01:00

In caso di decesso, il convivente superstite non eredita automaticamente: per garantirgli diritti successori è necessario che vi sia un testamento. Però la legge tutela chi resta in vita:

  • può continuare a vivere nella casa comune per un periodo che va da 2 a 5 anni, in base alla durata della convivenza;
  • se nella casa vivono anche figli minori o disabili, il diritto di abitazione dura almeno 3 anni;
  • se la casa era in affitto intestata al partner deceduto, l’altro convivente può subentrare nel contratto di locazione.
È obbligatorio stipulare un contratto di convivenza?2025-04-22T09:03:09+01:00

No, non è obbligatorio stipulare un contratto di convivenza per poter vivere insieme. La convivenza di fatto esiste anche in assenza di un accordo formale. Tuttavia, senza contratto non si potrà beneficiare dei diritti che la legge riconosce ai conviventi che scelgono di formalizzare la loro unione attraverso questo strumento.

Domande & Risposte

Cos’è il contratto di convivenza?2025-04-22T09:04:58+01:00

Il contratto di convivenza è un accordo scritto, legalmente riconosciuto, che consente a due persone maggiorenni, unite da un legame affettivo e conviventi in modo stabile. Serve per organizzare alcuni aspetti pratici della vita quotidiana: si può indicare l’indirizzo della casa in cui si vive, decidere come dividere le spese comuni e scegliere se adottare la comunione dei beni. È uno strumento utile per tutelare entrambi, senza bisogno di sposarsi o unirsi civilmente.

Chi può stipulare un contratto di convivenza?2025-04-22T09:05:15+01:00

Possono firmare un contratto di convivenza due persone maggiorenni che vivono insieme stabilmente e sono legate da un legame affettivo. Per poterlo fare, è necessario che:

  • non siano sposate o unite civilmente, né tra loro né con altre persone,
  • non siano parenti e non siano legate da rapporti di adozione.

Non fa differenza se si tratta di una coppia eterosessuale o dello stesso sesso: ciò che conta è la convivenza stabile.

È possibile modificare un contratto di convivenza esistente?2025-04-22T09:05:30+01:00

Sì, il contratto di convivenza può essere modificato in qualsiasi momento. Basta che entrambe le persone siano d’accordo e che la modifica venga fatta con le stesse regole previste per la prima firma: atto pubblico o scrittura privata con firme autenticate da un avvocato o notaio.

Cosa spetta al convivente in caso di morte del proprio partner?2025-04-22T09:05:42+01:00

In caso di decesso, il convivente superstite non eredita automaticamente: per garantirgli diritti successori è necessario che vi sia un testamento. Però la legge tutela chi resta in vita:

  • può continuare a vivere nella casa comune per un periodo che va da 2 a 5 anni, in base alla durata della convivenza;
  • se nella casa vivono anche figli minori o disabili, il diritto di abitazione dura almeno 3 anni;
  • se la casa era in affitto intestata al partner deceduto, l’altro convivente può subentrare nel contratto di locazione.
È obbligatorio stipulare un contratto di convivenza?2025-04-22T09:03:09+01:00

No, non è obbligatorio stipulare un contratto di convivenza per poter vivere insieme. La convivenza di fatto esiste anche in assenza di un accordo formale. Tuttavia, senza contratto non si potrà beneficiare dei diritti che la legge riconosce ai conviventi che scelgono di formalizzare la loro unione attraverso questo strumento.

DISCLAIMER

Le informazioni contenute in questo articolo sono fornite esclusivamente a scopo informativo e non sostituiscono in alcun modo la consulenza legale di un avvocato. L’utilizzo dei contenuti presenti è sotto la totale responsabilità dell’utente, declinandosi ogni responsabilità in proposito.

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